Gianluca Catania

Messaggerie Volley guarda avanti e lo fa a cominciare da quelle scelte del suo presidente, Natale Aiello, che la mettono al livello di grandi squadre di pallavolo, di quelle che militano in categorie superiori. Lo ha fatto anche quando, due anni fa, ha inserito in squadra una figura che oggi è diventata fondamentale e imprescindibile, quella dell’osteopata. Gianluca Catania, che lo sport lo ha sempre praticato, consigliando il movimento ai suo pazienti nello studio di piazza Michelangelo a Catania, nelle ultime due stagioni è uno degli uomini di Messaggerie Volley che non segue gli atleti solo nel momento del bisogno, dunque quando si verifica un trauma o uno squilibrio fisico, ma è a loro disposizione fin da prima dell’inizio del Campionato, con una periodicità da massima serie. Prima dell’avvio della stagione, il dottore osteopata Catania ha condotto degli screening sui singoli giocatori, per inquadrarli da un punto di vista strutturale e funzionale con lo scopo di riequilibrarli prima di iniziare la preparazione atletica. Ogni giovedì, poi, è a disposizione dei ragazzi direttamente in palestra e ancora, due ore prima della partita li sottopone ad un trattamento pregara.

Qual è il compito di un osteopata che segue una squadra?
Nello sport tendiamo al ripristino delle disfunzioni articolari e fasciali e al mantenimento di una buona ergonomia e postura durante gli allenamenti e in gara, eliminando gli adattamenti e garantendo la capacità di recupero dopo la fatica.

Sei sempre lì a bordo campo, per ognuna delle partite. In cosa consiste il tuo lavoro in quei momenti?
Qualcuno in campo potrebbe farsi male. Un carico ricevuto male, una caduta, un piede in fallo. Io intervengo subito cercando di ripristinare il giocatore e lo faccio in piena sinergia con il mister, in maniera tale da potere rimettere l’atleta a disposizione della squadra prima possibile. Quelli con cui ho a che fare non sono traumi severi, come quelli che potrebbero riguardare per esempio dei calciatori, ma sono quei micro traumi, alla caviglia, al bacino, alla spalla che potrebbero dare dolore per tutta la partita, ma che invece possono essere risolti con tecniche manipolative.

Cosa succede prima di una partita?
Ogni sabato faccio un lavoro che permette di liberare le grandi articolazioni, che non è personale, ma uguale per tutti e che permette di migliorare la performance. Di solito succede due ore prima del match.

Come è organizzato il tuo lavoro?
Quando li ho sottoposti allo screening li ho inquadrati da un punto di vista fisico per valutare la presenza di eventuali disfunzioni primarie, poi ho lavorato per rimettere ognuno in uno stato di equilibrio, quindi è iniziata la preparazione atletica. Lavoro in sinergia con altre figure sanitarie specifiche quali il fisioterapista e affianco sia il preparatore atletico che l’allenatore per esempio informandolo di evitare eventuali carichi su un singolo giocatore. La “triade preparazione” è: atletica, fisica e funzionale.

I ragazzi hanno notato dei cambiamenti?
Quelli che hanno giocato la serie A avevano avuto già a che fare con figure come la mia e hanno apprezzato tantissimo. Adesso sentono l’efficacia del mio ruolo. Prima di me dopo i primi tre mesi di Campionato qualcuno accusava per esempio dolori alla spalla, c’erano delle problematiche individuali. Adesso arrivano a completare il Campionato senza avere grossi problemi.